Ci siamo chiesti chi possa fare campagna elettorale su Facebook. Ma ora, per la prima volta e con un certo stupore, ci siamo resi conto – non era chiaro, ma in effetti avremmo dovuto pensarci – che il tema è ancora più ampio e che riguarda anche i produttori di contenuti a tutto tondo.
Come ce ne siamo accorti? Semplice. Qualche tempo fa abbiamo iniziato a far girare una campagna su Facebook per promuovere Flow, il magazine più “generalista” di Slow News.
La campagna è un carosello che rimanda a una selezione degli argomenti principali di Flow. Per capirci, quelli che in Wolf chiamiamo quaderni, in Flow sono le collane.
L’idea di fondo di Flow è quella di costruire contenuti giornalistici che parlino dei temi fondativi della contemporaneità. Così, abbiamo scritto un testo che secondo noi è rappresentativo della nostra idea:
«Il giornalismo che conta parla del mondo che cambia e cambia il mondo. Il giornalismo che conta è fatto con te e per te. Scopri Flow».
Sotto, c’è il carosello che rimanda a quattro temi che abbiamo scelto come rappresentativi di questa idea: il potere, l’ambiente, il razzismo, i femminismi nel mondo.
Se vuoi vedere com’è fatta l’inserzione, segui questo link e accetta la condivisione, potrai vederla “nativa” e non solo sotto forma di screenshot e Facebook te la mostrerà nel feed.
L’inserzione sta girando da un po’ e piano piano fa il suo dovere, aumentando il ricordo del brand Slow News per piccole nicchie di persone.
Ad un certo punto, però, Facebook me l’ha bloccata e mi ha avvisato via mail, così
Cos’è successo? È successo che Facebook ha iniziato a far girare il nuovo controllo algoritmico su tutte le inserzioni, anche le pregresse, ovviamente. E il controllo ha trovato una serie di keyword che hanno a che fare con temi che Facebook categorizza come “di interesse nazionale”.
Nella lista delle tematiche “di interesse nazionale” per i paesi dell’Unione Europea, Facebook inserisce:
- Immigrazione
- Valori politici
- Diritti civili e sociali
- Sicurezza e politica estera
- Economia
- Politiche ambientali
In altre parole, praticamente tutti gli argomenti di cui si occupa Flow! Dei quattro temi scelti per l’inserzione, quattro si inseriscono in quell’elenco. Così, ecco l’inserzione bloccata.
Il sistema prevede una spiegazione rispetto alla definizione delle inserzioni (è da lì che ho scoperto e approfondito la questione delle tematiche di interesse nazionale) e poi una procedura una tantum di autorizzazione, che non è disponibile in tutti i Paesi. In Italia, fortunatamente, sì.
Nella sezione apposita trovo già la richiesta: devo poter fare inserzioni “relative a contenuti di natura politica o temi di interesse nazionale”.
Mi spiegano anche come verranno usate le mie informazioni e che conserveranno il mio documento d’identità entro 30 giorni.
Per chiudere la procedura devo caricare il mio documento d’identità (oppure potrei andare da un notaio a farmi autenticare un modulo, ma ci mancherebbe solo quello).
Ho dovuto aspettare due giorni. Ora il mio profilo è autenticato e Slow News può tornare a far girare la sua inserzione.
La tematica è davvero complessa da affrontare, perché richiede molti punti di vista da mettere insieme.
In un certo senso, con questa operazione Facebook mi costringe a responsabilizzare il mio operato e a chiarire chi sono, nel caso in cui dovessi fare delle campagne in qualche modo fraudolente. Non ci trovo nulla di male, in un certo senso.
Ma d’altra parte, per come si sono evolute queste piattaforme e per come si possono utilizzare, l’idea che possano avere un controllo così stringente sugli argomenti che circolano e su chi li possa far circolare è, al tempo stesso, inquietante. Chi potrà risalire a me davvero? Facebook manterrà quello che dice rispetto a questo controllo? E se domani decidesse di non far circolare non solo le mie inserzioni ma anche i contenuti organici, perché sono “temi di interesse nazionale”.
Ancora una volta, ritorna il tema portante: è giusto che io debba identificarmi per fare inserzioni e pubblicità? Sì, probabilmente sì.
Ma dall’altra parte, la questione cruciale è che anche se Facebook non è internet – come abbiamo ampiamente argomentato in una delle conversazioni più controverse nel gruppo di Wolf – continua ad avere un forte monopolio sul “social graph”, sul grafo sociale, su una fetta delle relazioni che moltissime persone hanno online. E il controllo che può esercitare continua a rappresentare un problema.
Per approfondire:
[1] Temi di interesse nazionale per Facebook
[2] Inserzioni relative a contenuti di natura politica o temi di interesse nazionale