Strumenti: Search Console

Come accade spesso, nel gruppo di conversazione di Wolf arriva una richiesta da parte di un abbonato e la prendiamo in esame perché ci consente di dare consigli pratici a tutti. Virginia scriveva:

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«È possibile che Search Console mi dia risultati completamente diversi da quelli che mi vengono dati da Google Analytics? Succede una cosa strana. Su GA ho dei dati carini: 64% di traffico organico e parole chiave interessanti e tutto sommato pertinenti con i contenuti del blog. Ma invece da Search Console ho dei numeri ridicoli di click e parole chiave sempre uguali. Una parte di me approccia la questione semplicemente non guardando la Search Console. Ma la cosa mi disturba abbastanza»

Giusto che disturbi. Se abbiamo uno strumento e se sappiamo che l’abbiamo installato per usarlo, è importante che funzioni correttamente. Così ho chiesto a Virginia di darmi accesso alla sua Search Console per provare a capire quale fosse il problema.

Per spiegarlo, però, ho bisogno di un po’ di punti di partenza condivisi. E ho bisogno che si capisca che la conoscenza di questi strumenti sarebbe un elemento di grande valore per tutti coloro che hanno a che fare con siti web e si devono occupare del traffico: anche un direttore generale, un a.d., un direttore del marketing, un direttore responsabile dovrebbero conoscere l’esistenza e il funzionamento base della Search Console, se non altro perché così saprebbero cosa chiedere ai loro reparti tecnici e alle web agency. Lo spiega anche Google quando, nel suo manuale di supporto (a proposito: è una lettura necessaria. Una delle grandi battaglie culturali che dovremmo sostenere è: leggi i manuali!), scrive che la SC è utile anche a un Proprietario di attività che delega il Search Marketing.

«Anche se non pensi di sapere come si utilizza Search Console, dovresti conoscere questo servizio e i concetti di base. Potresti rivolgerti al tuo webmaster o a un esperto di marketing che ti aiuti a configurare il tuo sito web con Search Console. In questo caso puoi collaborare con la persona in questione per assicurarti di avere accesso a tutti i rapporti relativi al tuo sito web e averne il controllo. Sarebbe inoltre opportuno acquisire il maggior numero possibile di informazioni sulle prestazioni del tuo sito nei risultati di ricerca in modo da poter prendere importanti decisioni aziendali in merito al sito».

La Search Console, prima del rebranding si chiamava Webmaster Tool. Poi in Google devono aver pensato che fosse poco cool e troppo respingente ma non hanno cambiato la URL d’accesso, che è questa: https://www.google.com/webmasters/tools/home?hl=it.

È uno strumento gratuito che Google mette a disposizione di chiunque per

«monitorare e gestire la presenza del tuo sito nei risultati della Ricerca Google».

Quindi: non serve per posizionarsi su Google. Ma per monitorare e gestire. Ovvero: se non ti iscrivi alla SC e non la usi, non hai problemi di posizionamento su Google.

Se la usi, però, puoi:

  • avere informazioni sulle persone che visitano il tuo sito
  • individuare eventuali problemi (ad esempio incremento di errori 404 o diminuzione delle risorse indicizzate o malware, spam, percorsi di link che rimandano al tuo sito poco chiari e via dicendo)

Una delle sezioni più importanti per l’uso comune della Search Console è la sezione di Traffico della ricerca (vedremo poi anche le altre) che si chiama Analisi delle ricerche (la prendiamo in esame proprio perché è la sezione che ha fatto sospettare a Virginia che la sua Search Console avesse dei problemi).

Come funziona e che informazioni dà?

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Puoi vedere, per esempio, l’elenco delle 999 query (cioè chiavi di ricerca) per le quali risulti meglio posizionato su Google (questo screenshot è stato scattato oggi, 15 marzo 2017, ed è relativo agli ultimi 28 giorni per i quali sono disponibili dati – dal 12 febbraio 2017 al 13 marzo 2017 – sul dominio www.giubileopapafrancesco.it, sul quale ho realizzato un esperimento di posizionamento utilizzando tecniche esclusivamente editoriali – non ci sono trucchi).

Come si legge?

La colonna di sinistra (Query) contiene le famigerate parole chiave. La colonna di destra contiene una serie di informazioni molto importanti che sono

  • Clic: numero di clic generati da chi ha cercato quella parola chiave sul tuo sito
  • Impressioni: numero di volte che quella parola chiave è stata cercata e Google ha mostrato nella SERP relativa il tuo sito (è molto importante perché ti dà l’idea dei volumi di ricerca su quella parola chiave)
  • CTR: è il famigerato click to rate. Non è nient’altro che il numero di clic riportato al numero di impressioni in percentuale (clic/impressioni*100). In altre parole: quante volte una persona clicca e va sul tuo sito, in percentuale, rispetto alla quantità di volte che il tuo sito viene mostrato da Google?
  • Posizione: è la posizione media che il tuo sito ha su Google per quella parola chiave (media è importantissimo perché bisogna ricordarsi che Google mostra SERP personalizzate e dunque i risultati non sono tutti uguali).

Per farla semplice prendiamo la prima riga.

Negli ultimi 28 giorni 1881 persone hanno cercato su Google la parola «indulgenza plenaria» e hanno visto il mio sito fra i risultati.

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Da finestra anonima, questa è la SERP che mi appare. C’è il box di risposta di Google da Wikipedia, il mio sito, poi Wikipedia. Molti si accontentano, evidentemente, della definizione che offre Google e del link di Wikipedia in alto. 398 cliccano sul mio sito.

398/1881*100= 21,16%, che è il CTR.

Infine, la posizione media. Per quella query è il secondo posto su Google (dopo il knowledge graph, evidentemente).

Conoscendo questi dati e analizzando la SERP e i miei concorrenti potrei lavorare per migliorare alcune performance. Tenendo sempre presente due cose fondamentali.

La prima è che non posso migliorare in maniera percentualmente significativa risultati in cui sono già al primo posto.

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Vedi che per la ricerca «giubileo 1300» il mio è il primo risultato. Non c’è modo di migliorare più di tanto il CTR medio (forse potrei sistemare la meta description e rendere più accattivante lo snippet con cui Google mi mostra in SERP, ma tutto sommato dubito che sposterebbe molti altri click).

La seconda è che lo sforzo di migliorare performance deve essere commisurato ai risultati che mi serve ottenere e deve far parte di una strategia ben precisa (ci sono pagine di Wikipedia che potrei scalzare solo dopo mesi o anni di lavoro) e deve essere orientato a ottenere risultati.

Vuol dire che le informazioni le devo usare per portare persone sul mio sito che siano realmente interessate ai miei contenuti. Ovvero: traffico qualificato. Che poi mi torni utile in qualche modo, non solo per gonfiare il mio ego a colpi di metriche quantitative e di quanta gente è venuta sul mio sito a trovarmi, che bello!

Per esempio. Sul mio sito personale ho in corso un progetto sul piano editoriale che porta questi risultati.

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Ho tutti gli interessi a migliorare, perché di piani editoriali mi occupo. E poi ho tutti gli interessi a trasformare la pagina che si è ben posizionata su Google in pagina di conversione in clienti.

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Nota che nella SERP il mio sito risulta in seconda posizione da finestra anonima ma Search Console lo mette in quarta posizione media (3,9). Il motivo? Semplice. È un miglioramento avvenuto ieri e Search Console si ferma a 3 giorni fa (e non va più indietro nel tempo di 3 mesi, quindi se hai qualche esigenza particolare è bene segnarti che ogni tre mesi dovresti scaricarti i dati per averli alla fine dell’anno).

Ecco, questa è una prima panoramica sull’utilità della Search Console e su come si può utilizzare.

Ma il problema di Virginia, dirai tu? Semplice. Il fatto che Google Analytics e Search Console possano mostrare risultati diversi è normale, visto che la seconda misura solo traffico e informazioni provenienti da Google. E i due strumenti possono non essere tarati al singolo clic. Ma non è normale che ci sia una discrasia così grossa come quella che descrive Virginia. Tutte le volte che succede una cosa del genere, cioè che i dati sono troppo diversi, che le cose funzionano «male», significa che c’è un problema a monte.

In questo caso era molto semplice. Per Google (e dunque anche per la Search Console) un dominio con o senza www è un dominio diverso.

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Quindi ho suggerito a Virginia di aggiungere anche il dominio senza il www.

E infatti la Search Console ha iniziato a funzionare.

Se hai un problema analogo, devi sincerarti di averli aggiunti entrambi e poi di comunicare correttamente alla Search Console qual è il tuo dominio preferito. Dopodiché (ma è una cosa da fare se sai cosa stai facendo) puoi fare in modo che la versione che preferisci (con o senza www) rediriga con un redirect 301 all’altra (i link rimandano alle istruzioni di Google).