Sedie ergonomiche, ovvero SEO, prodotto e tante idee

Nel Q&A relativo al mio esperimento Seo sul Giubileo Straordinario ho citato un esempio SEO che riguarda una pagina web sulla quale, probabilmente, sei capitato se sei mai stato interessato, in vita tua, all’acquisto di una sedia ergonomica. Il lavoro è stato curato da un bravo SEO, Simone Rigini. In pratica, se cerchi su Google le parole «sedie ergonomiche»  (nota: ricordati di fare la ricerca con finestra anonima) quello che trovi è una SERP (cioè una pagina di risultati proposta da Google) affollatissima da annunci pubblicitari a pagamento (anche se da Google hanno deciso, come dicevamo nei Post-it, di eliminare quelli in colonna destra) e un risultato organico, il primo, che è la pagina del sito di Simone, NerdGranny, dedicata alle sedie ergonomiche.

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Sedie ergonomiche

Titolo Html

Il titolo html della pagina, mostrato nella SERP, è molto chiaro: «Le 10 migliori sedie ergonomiche da ufficio». Anche la meta-descrizione (che è fatta in modo da fregarsene dell’ossessione per una descrizione completa, vedi che è troncata dai puntini, in SERP) fa capire cosa deve aspettarsi l’utente: una comparativa di sedie ergonomiche.

Se si clicca, ecco cosa si trova: una comparativa di sedie ergonomiche.

La migliore

Anzi. Non una comparativa ma la migliore che ci sia in italiano. La migliore in assoluto. Per completezza, ricchezza, per il percepito (è evidente che il progetto sia cresciuto per la sua onestà intellettuale, lo si capisce leggendolo e leggendo i commenti. E se non fosse così, non sarebbe in quella posizione lì su Google).

La convenienza propria

Ti faccio notare che il lavoro di Simone è perfettamente coerente con quel che scrivevo quando (un po’ provocatoriamente e un po’ sul serio), svelavo i primi due segnali di ranking per Google. Il motivo per cui quella pagina è lì in quella posizione da anni risiede tutto nella convenienza propria di Google e dell’utente. Ovvero: è il miglior contenuto possibile per l’utente (è molto meglio, per chi cerca informazioni su una sedia ergonomica, atterrare su una pagina comparativa, ben costruita, con recensioni lunghe e approfondite invece di atterrare sulla pagina di un produttore di sedie ergonomiche che parla esclusivamente della sua sedia ergonomica) ed è anche il miglior contenuto possibile per Google, visto che induce i produttori di sedie ergonomiche a comprarsi Adwords per apparire fra i risultati a pagamento (che non saranno mai cliccati quanto un risultato organico, ma almeno portano qualcosa).

Le ossessioni SEO

Ci sono tante ossessioni SEO, spesso derivanti da fraintendimenti. La famosa tavola periodica dei fattori di successo SEO di Search Engine Land (da studiare fino ad averla introiettata e poi «dimenticata», esattamente come quando si fa scuola guida e all’inizio si pensa a ogni singola operazione e poi, ad un certo punto, come per magia, frizione, cambio, acceleratore, frizione, cambio, acceleratore, freno, frizione, cambio diventano percorsi automatici) rapportata a questo caso specifico – ma anche a quello del Giubileo – mostra di essere estremamente importante ma mostra anche come si possano ignorare determinati fattori se il «peso» di quelli veramente importanti  (mi ripeto: contenuto e convenienza propria del lettore e di Google) è preponderante e se il contenuto e l’esperienza utente vincono su tutto il resto.

La URL parlante

Io stesso raccomando, nei miei corsi, di utilizzare URL parlanti (e, per esempio, in www.giubileopapafrancesco.it è esattamente quello che ho fatto). Ma non è mica detto che si debba farlo in maniera pedissequa. Per esempio, ecco com’è la URL di questa pagina sulle sedie.

URL sedie ergonomiche

Come dire: URL parlanti, sì, ma per carità: anche con creatività e senza farsi ossessionare.

Trucchi nel codice?

Una buona idea per capire cosa fanno i concorrenti, oltre a cercare le keyword per cui vogliamo provare a posizionarci su Google (no, non ti sto consigliando di provare a superare quel sito per «sedie ergonomiche») è quella di visualizzare il codice sorgente. Si fa così: tasto destro–> visualizza sorgente.

Visualizza sorgente Sedie ergonomiche

Si apre in un’altra pagina il codice web. Che sarebbe questa cosa qui.

Codice-sorgente Sedie ergonomiche

Lo so, adesso fa un po’ paura, soprattutto perché se la vedi per la prima volta non sai cosa cercare: ne parleremo in un pezzo dedicato.
Comunque, questo è, semplificando, il testo, il contenuto che appare a uno spiderdi Google. È il modo in cui Google vede il tuo sito (in questo caso, il sito di Simone). Ecco perché amo sempre dire che il contenuto è tutto, anche il codice, e che se hai un progetto in cui vuoi puntare sulla SEO devi saperlo e sapere cosa usare per fare una cosa semplice e funzionale, se non hai a disposizione uno sviluppatore che conosca la SEO.

Da questo codice, per esempio, scopriamo che Simone usa WordPress e il plugin All in one SEO Pack, come ha gestito il titolo della pagina, com’è la metadescription e quali sono le metakeyword inserite.

Non è che adesso dobbiamo fare tutti esattamente quel che fa lui. Sono spunti, per capire (e questa operazione va fatta per qualsiasi progetto che preveda di tentare una scalata SEO, se ci sono concorrenti con cui confrontarsi).
Ah, analizzando il codice scopriamo anche che non ci sono trucchi.

Causa-effetto

Ovviamente, fra le altre buone pratiche adottate nel confezionamento di questa pagina, Simone risponde ai commenti fin dall’inizio di questa avventura. Immagino che la cosa non ti stupisca. Non solo: ad un certo punto, visto che i commenti erano tantissimi, ha anche aperto un forum. Rispondere ai commenti è una tecnica SEO (solo che, se uno ha un po’ di intelligenza, capisce che è una tecnica SEO perché è una buona tecnica per l’utente e non viceversa: è solo una questione di prospettive e di capacità di capire veramente quale sia la causa e quale l’effetto).

Sbagliare per riuscire

Commentando il pezzo in cui parlavo dei fattori di posizionamento su Google, Simone ha scritto queste righe, che trovo illuminanti e di grande ispirazione.

«la vera sfida è riuscire a trovare in tempi brevi una sostenibilità economica che ci consenta di fare esperimenti. Un sito come nerdgranny ho dovuto farlo da solo perchè nel 2006 non avevo nessuno che mi pagasse per avere la libertà di sperimentare. Di solito le aziende che vedono poco lontano si accontentano di pagare per obiettivi a breve termine. I seo sono assunti un tanto al kg, e si hanno aspettative molto chiare. Nel 2007 eravamo maghetti di internet, nel 2009 eravamo stregoni, nel 2011 cugini nerd, nel 2013 la seo andava di moda e ci strapagavano, nel 2015 tutti sanno già fare seo e non hanno bisogno di un seo in azienda.

e quindi a volte avere progetti personali è l’unica alternativa pratica per imparare. Considera che il sito che hai linkato ha circa 260 post, e quello sulle sedie è quello che funziona meglio (e genera circa 300.000 euro/anno in vendite ) tutti gli altri 259 non si posizionano affatto e sono serviti per impare».

Sì, ma come monetizzo?

In tanti modi. Per esempio, Simone spiega che, dopo aver recensito e dopo aver iniziato a far traffico, si fanno accordi con i negozi online:

«Dopo che la recensione viene scritta per il nostro puro piacere e godimento nel condividere cose che ci fanno ridere o ci piacciono, se la pagina ottiene un certo numero di visite da parte di persone interessate ad acquistare un prodotto di cui stiamo parlando, aggiungiamo dei collegamenti verso veri e propri negozi online, che permettono all’utente di acquistare il prodotto. I negozi online poi riconoscono a NerdGranny una percentuale sui ricavi generati.

in pratica se clicchi su un link e poi compri un prodotto nel sito sul quale atterri, quel sito ci da una percentuale».

E se io mentissi? E se le recensioni avessero un secondo fine? E se, e se? La mia risposta è: se hai un progetto così e menti sul web, ti scoprono. E smetti di monetizzare in due giorni.

Fiducia

Simone spiega anche perché uno dovrebbe cliccare uno dei loro link invece di andare direttamente da un produttore:

  1. recensioni sincere: quella è la cosa di cui andiamo più fieri, non credi che valga la pena riconoscere una % del tuo acquisto a chi ti ha detto la verità? Noi crediamo di si, e se non vuoi, esci da questo sito immediatamente!
  2. prezzi più bassi: visto che odiamo la pubblicità, dove possibile abbiamo tagliato le filiere tradizionali di affiliazione, azzerando i costi della pubblicitàe facendo sconti agli utenti che comprano un prodotto dopo aver letto una nostra recensione. Per esempio guarda il dettaglio di come è composto un coupon di sconti NerdGranny, nel grafico è spiegato chiaramente quanto risparmia l’utente e a chi vanno i soldi.
  3. comodità: di solito mettiamo i link verso il prodotto esatto di cui abbiamo parlato, quindi il navigatore interessato all’acquisto non deve andare a cercare altrove, si dice nel gergo «contestuale».
  4. forum: diamo a tutti la possibilità di entrare in comunicazione con chi vuole vendere o comprare prodotti usati, senza nessuna percentuale.

La faccia e i soldi

E poi spiega anche perché è una buona idea dichiarare che si fanno ricavi e come, se in Italia non è obbligatorio:

«questa è la domanda che mi fanno tutti, dal vivo, quando spiego felice e contento quanto è bello fare soldi con internet mettendoci faccia e trasparenza. La risposta è molto semplice: perché vorrei che lo facessero tutti, e il modo migliore credo sia iniziare da ciò che conosco, cioè il mio sito».

Fine della storia?

Non del tutto, perché nel frattempo Simone è diventato socio di una ditta che produce sedie ergonomiche (e ovviamente lo precisa ovunque sul sito, che continua a mantenere la propria linearità, trasparenza e onestà a proposito delle sedie concorrenti, per dire). Ha aggiunto, dunque, queste righe alla recensione specifica di quella sedia

«questa recensione è stata scritta a fine 2010, ho lasciato le mie parole di allora dato che il mio parere personale non è cambiato. Negli anni successivi, vista la qualità del prodotto che stava nascendo e vista l’apertura di Roberto Lovaldi ho deciso di entrare in collaborazione, prima per dare il mio parere sullo sviluppo della nuova sedia e poi nel 2014 ho comprato quote di minoranza della società e sono diventato socio e manager della nuova Komfort s.r.l.: e oggi finalmente faccio parte del team di ricerca e sviluppo per tutte le nuove sedie».

Voi comprereste una sedia da loro(*)? Io sì. O quantomeno sarebbe una delle mie prime scelte qualora decidessi di provarne una per un acquisto serio.

Ispirazioni

Questa è, evidentemente, la storia di un successo. Spero che sia di ispirazione per i tuoi progetti futuri, grandi o piccoli che siano.

(AP)

Q&A

Questo è il momento a cui tengo di più: fammi delle domande.

* Questo non è un branded content e non ci sono affiliazioni nel link, quindi non percepiamo alcuna percentuale in caso di acquisto. Ma se decidi davvero di comprare una delle loro sedie, spiega loro come ci sei arrivato: i link relazionali valgono moltissimo

** Avrei potuto scrivere questo pezzo intervistando Simone, che conosco, per farmi spiegare di più. Ho preferito farlo attraverso in formazioni pubbliche, che chiunque avrebbe potuto trovare.