Uno degli elementi accelerati dall’emergenza COVID-19 è la scomparsa degli oggetti di carta dai locali pubblici: via i menù dai ristoranti, via persino i giornali al bar, dall’estetista, dai parrucchieri. Il problema di queste transizioni violente è che la fine di un’abitudine non si traduce in quel che vorremmo. Per esempio: se non posso più leggere il giornale di carta al bar, non è detto né che comprerò la mia copia di carta, né che sottoscriverò immediatamente un abbonamento digitale.
Questo significa che dobbiamo essere capaci di lavorare in termini di sostituzione delle abitudini. Qualcosa, in giro, comincia a vedersi, anche se con molta fatica. Quel che si dovrebbe accelerare in risposta a questa scomparsa è la transizione verso interazioni e integrazioni facilitate fra il mondo fisico e il mondo digitale.
Per esempio?
Be’, questo è un locale di Arma di Taggia, un piccolo bar-ristorante in una piccola cittadina ligure. Ecco come ha ovviato all’assenza di menù. [spreaker type=player resour…