Siamo sempre portati a pensare che si possa fare Seo solo su domini con una certa storia, solo con tanti backlink, solo con un archivio importante. Ma è davvero così? La risposta è «no». In questo progetto che riguarda un argomento ben preciso, una nicchia, sulla quale ho lavorato da solo per confermare – o sconfessare – alcune mie teorie sulla Seo c’è, condensato, tutto quello che ho imparato sull’argomento in 12 anni.
Seo per tutti
Quello che racconterò qui di seguito non è certamente esaustivo e non si può pensare che io possa ottenere i medesimi risultati su qualunque keyword o su qualsiasi argomento (altrimenti sarei già a godermi i frutti del mio lavoro su un’isola tropicale). Ma di certo vale per qualsiasi ambito professionale: vale per chi comunica, per chi informa, per i giornalisti e per le aziende.
Capire Google
Il mio punto di partenza nell’approccio alla Seo è una comprensione del motore di ricerca. È vero, lo sappiamo tutti, c’è un algoritmo che «decide» (e ci mancherebbe altro), un algoritmo che – te lo ripetono come un mantra – si basa su almeno 200 fattori diversi. Ecco, quando un Seo inizia con questo discorso io comincio a spazientirmi e voglio vedere qualcosa di pratico o sentire altro. Provocatoriamente, qualche tempo fa, scrivevo che in realtà i fattori di posizionamento su Google sono solamente due (e tutti gli altri sono sottoinsiemi di questi due). Il primo segnale è la convenienza propria di Google. Il secondo segnale è il contenuto. Tutto il resto è un corollario.
Giubileo e sbattezzo
Il lavoro di cui parliamo è sul Giubileo. Una nicchia potenzialmente bella grossa, non so se mi spiego. Questa storia inizia così, con una premessa fondamentale. Io non sono interessato alle vicende della Chiesa cattolica, se non per questioni professionali e giornalistiche legate alla direzione di Blogo. Sono sbattezzato, perché non credente. Ma quando Papa Francesco ha annunciato il Giubileo straordinario, ho avuto un’idea e ho registrato www.giubileopapafrancesco.it (sì, lo so, graficamente è orrendo). Perché parlo di questo caso anziché di qualcosa di più corposo, magari su Blogo, la testata che dirigevo all’epoca? Semplice. Perché Blogo aveva una storia e un archivio di 11 anni: non è facilmente replicabile, non è paragonabile a nulla che si possa fare oggi da zero.
I consigli di Google
Se qualcuno frequenta forum o ambienti Seo sa che per molto tempo si è detto che Google non premia – anzi, penalizza – i siti che hanno nomi dominio-keyword. Come spesso accade, scopriremo che non è affatto così.
Piano editoriale
La prima cosa che ho fatto dopo aver registrato il dominio è stata installare WordPress. Subito dopo mi sono fatto un piano editoriale ideale, ben sapendo che ci avrei lavorato da solo. Di solito, quando faccio un piano editoriale orientato alla Seo lavoro così:
- keyword di coda lunga (correlate) che mi suggerisce Google (nei suggerimenti istantanei o a fondo pagina, cercando la keyword principale)
- keyword di coda lunga (correlate) che mi suggerisce Google Trends
- keyword di coda lunga che mi suggerisce la mia esperienza
- keyword di coda lunga che mi suggerisce Google Keyword Planner
- keyword di coda lunga che mi suggerisce Keyword Researcher Pro
L’esperienza e il buon senso sono le cose più importanti, a dire la verità. Perché, sì, è vero, sapere cosa cercano gli utenti è importante. Ma bisogna anche imparare a capire cosa cercheranno.
Fatta questa prima fase ho impostato la struttura di WordPress in una maniera che ritengo ottimale: in questo caso non avevo bisogno di grosse strutture tassonomiche, quindi, a partire dal piano editoriale, ho semplicemente impostato le URL dei singoli pezzi e delle pagine in modo che fossero parlanti, ho sistemato il titolo e la descrizione, ho installato Yoast (ma non per il semaforino!), un plugin per i redirect 301 in caso di necessità, ho creato la sitemap (ci sono plugin ad hoc), ho dato il sito in pasto a Google, ho messo in piedi la prima parte del semplicissimo piano editoriale, basato su pochi post. Uno generico di notizie, uno sul giubileo e Roma, uno sui lavori a Roma, uno sul giubileo nella storia, uno sul primo giubileo del 1300, uno su come diventare volontari, uno su come si ottiene l’indulgenza e cos’è. Tanto testo, immagini prese da wikipedia libere da diritti commerciali, con le opportune descrizioni compilate, grassetti solo sulle parole chiave, senza tanti voli pindarici, concretezza e risposte alle domande dei potenziali utenti interessati.
Fine dei giochi. Una ventina di ore di lavoro, una decina di pezzi in tutto, fra post e pagine statiche. Scritti prima per gli utenti e poi per il motore di ricerca, non viceversa. Per esempio, nei pezzi sulla storia del Giubileo del 1300 e sull’Indulgenza, invece di saccheggiare Wikipedia, ho preso dei libri in biblioteca, che ho citato. Poi, soddisfatto, ho lasciato il sito lì, senza quasi più toccarlo, per mesi. Me ne sono quasi dimenticato.
Backlink
Un’ultima cosa: mi interessava giocare pulito. Quindi, il sito aveva un solo backlink. Quello dal mio sito personale, albertopuliafito.it
Real time
A fine agosto, utilizzando il real time di Analytics, mi sono accorto che molte persone atterravano sul post di volontari e lì è iniziata la sfida. Perché quel post non era aggiornato con le ultime informazioni. L’ho aggiornato – curandomi di linkare il sito ufficiale – e di iniziare a fare qualche altro pezzo. Questa fase è importantissima. Perché la Seo inizia a operare in funzione di quel che gli utenti leggono veramente sui nostri siti.
Primi risultati
Il primo risultato che ho ottenuto lo puoi verificare ancora adesso, con qualche variazione: ricordati che le SERP, le pagine dei risultati di Google, sono oggetti dinamici. È il posizionamento su Google per la keyword giubileo Roma. Ecco come appariva l’8 dicembre 2015.
Ecco come appare oggi (agosto 2017), a evento abbondantemente concluso.
La ricerca, ovviamente, è fatta da finestra anonima. Il mio sitarello, piccino, senza alcuno storico, senza backlink, era diventato il primo risultato su Google per questa keyword e la cosa cominciava a dare i suoi frutti. Ecco perché arrivava traffico (ovviamente, si era posizionato anche per «giubileo volontari» e altre cose simili) sul sito. Ecco perché era il momento di metterci mano e provare a spingere.
Monetizzare
Ho messo un po’ di Adsense dove potevo, fatto l’affiliazione con Amazon. Fatto l’affiliazione con Booking e con Hotels Combined. Per provare a vedere. Certo, avrei voluto avere un commerciale che mi vendesse spazi fra bed&breakfast a Roma. Ma non ce l’avevo, e il sito mi serviva per fare test e poi raccontarli, nei miei corsi e qui.
Insomma. Alla fine del mese di agosto 2015, grazie ai pochi accorgimenti che ho raccontato, avevo un sito sul Giubileo che doveva ancora iniziare e che faceva 3500 visite a settimana circa, 500 visite al giorno, ovviamente tutte organic (cioè da Google). Con un andamento in crescita costante davvero interessante e che valeva la pena di provare a cavalcare per vedere cosa sarebbe successo. Il 31 agosto, il sitarello faceva 1300 visite in un giorno.
C’erano due motivi per questo risultato. Il primo era, ovviamente, il fatto che il sito si fosse ben posizionato. Il secondo era che i media mainstream avevano iniziato a parlare del Giubileo. E quindi gli utenti che volevano approfondire cominciavano a cercare l’argomento su Google. Perché le persone che vogliono approfondire, quando non trovano qualcosa, lo cercano sui motori di ricerca (leggasi: su Google, appunto). Ora, se volevo continuare a mantenere quel posizionamento, secondo la teoria che stavo portando avanti (fermo restando che sicuramente a Google conveniva che il mio sito si trovasse lì, vedremo poi il perché), dovevo continuare su quella strada. E, in particolare, dovevo offrire un servizio ai lettori che atterravano su quelle pagine.
Obiettivi successivi
Naturalmente, a quel punto, a fine agosto mi ero messo in testa che avrei voluto diventare primo su Google per le keyword giubileo 2015, giubileo 2016 e poi per quella secca, giubileo. E vedere cosa sarebbe successo. In tutto questo, competevo – visto che nessuno aveva iniziato a farci su un piano editoriale – solamente contro me stesso (su Polisblog, il magazine di politica di Blogo), contro Wikipedia, contro il sito ufficiale del Giubileo. Che, ovviamente, non aveva un consulente SEO. E contro il sito del Touring Club, che invece ce l’ha e che compete nelle SERP ancora adesso. Due punti fermi:
- fino a quel momento il sito aveva solo una decina di pagine-contenuto, fortemente ottimizzate ma leggibili e senza alcun tipo di tecnica black hat
- fino a quel momento il sito aveva solo un backlink.
(10 febbraio 2016 e seguenti)