La membership non è una questione tecnologica

Quando leggi Wolf, puoi farlo grazie ad un computer o ad uno smartphone, grazie a internet, grazie al fatto che hai una casella di posta, una carta di credito o un account Paypal, grazie a WordPress, grazie ad un tool che consente di gestire un progetto di membership che si chiama Steady.

Tutto questo non fa una membership. Tutto questo rende possibile fruire di contenuti. È tecnologia. È una facilitazione. Ma la membership non è una questione tecnologica. È, piuttosto, una risposta a un problema reale: come monetizzo i miei contenuti, se produco contenuti, visto che monetizzarli con la pubblicità è sempre più difficile?

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La membership è una possibile risposta a questa domanda.

Ma perché sia una risposta corretta, a sua volta, deve tener conto di tutta una serie di fattori che non hanno niente a che vedere con la tecnologia e con il modo in cui fruiamo dei contenuti.

Chi ha monetizzato storicamente i contenuti? Be’, naturalmente i giornali, tanto per dirne una.

Il 5 marzo 2020, Riccardo Luna su Repubblica ha scritto un pezzo dal titolo “Con il coronavirus è iniziato il futuro del giornalismo“. Fra le altre cose ci si legge:

«ma voi avete visto in giro la pubblicità? No, infatti è quasi sparita e tutti quelli che hanno il modello “sito gratis più pubblicità” (quasi tutti insomma), si ritrovano solo con la prima parte dell’equazione: un sito che macina record e pochissi…