GOOGLE AMP

Sono le «Accelerated Mobile Pages». Si vedono solamente su ricerche fatte su Google da dispositivi mobili. Questo è un post di un sito che gestisco sul fai da te. Questo è il medesimo post in versione AMP. La pagina AMP è stata generata con enorme facilità utilizzando un plugin di WordPress ancora adesso in fase di sviluppo.

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Google AMP

Da un punto di vista strettamente utente cosa cambia? Cambia che le pagine-risultato di ricerca su mobile sono drasticamente diverse. Se sulle ricerche da desktop rimane, infatti, il box delle notizie con tre risultati in un font più piccolo (cosa alla quale siamo abituati da tempo), su mobile, invece, appare un box tipo «Prima pagina», che è scrollabile orizzontalmente: questa modifica era già iniziata da qualche settimana.

Durante la prima fase di test (nottetempo, si poteva vedere su keyword con alto volume di ricerca. Per esempio, è successo su «sanremo 2016» proprio nei giorni del festival) si è visto cosa accadrà: il box scrollabile verrà replicato, se il volume della chiave di ricerca lo consentirà, lungo tutta la pagina dei risultati (sempre su mobile).

Una questione SEO molto importante: si dice che la cosa non influenzerà in alcun modo le ricerche da desktop.

Io mi permetto di dubitarne (anche perché non vede per quale motivo, a lungo termine, le pagine leggere non dovrebbero, in qualche modo, essere premiate anche su desktop).

A distanza di un anno e mezzo possiamo dire che le AMP hanno importanza in quanto alleggeriscono l’esperienza del lettore da mobile. Google si è inventato dei modi per consentire agli editori di monetizzare e ha messo in alto un tasto per andare alla versione normale del sito (sarebbe bello avere il dato di CTR di quel tasto: lo immagino minuscolo) e gli editori si sono inventati dei modi per indurre i click, spesso particolarmente invasivi, con buona pace dello scopo originale delle AMP.

In generale, mi sento di utilizzare questo esempio (ed è per questo che ho lasciato anche la prima parte, anacronistica, ormai) per capire bene che, quando Google introduce una modifica, è inutile affannarsi: ci vuole del tempo per capire se questa modifica ha effettivamente degli effetti. Personalmente, gestisco ancora oggi alcuni esperimenti SEO che non hanno le AMP e non hanno, per questo, perso il loro posizionamento.

(25 febbraio 2016)