Nel gruppo di conversazione di Wolf è nato uno scambio di vedute a proposito del formato da scegliere quando si realizza un video. Il punto di partenza è il trailer di Wonder Woman che è stato condiviso su Facebook quadrato.
In una delle condivisioni ha addirittura le bande nere laterali. Il che è chiaramente un errore.
Ma in generale il tema è: perché i video quadrati? E già che ci siamo, perché video verticali.
Strumenti e piattaforme
È chiaro che il tema dei video verticali e/o quadrati sia balzato agli occhi con l’avvento degli smartphone e di piattaforme come Instagram.
Cos’è meglio?
Se dovessi parlare da regista/filmmaker, non avrei dubbi. Il formato orizzontale è quello naturale, non fosse altro che per il fatto che il campo visivo orizzontale è più ampio di quello verticale e siamo abituati a vivere in un cinerama: ci muoviamo essenzialmente in maniera orizzontale. Guardare in alto o in basso dà le vertigini, le panoramiche orizzontali no. Quando pensiamo a una timeline, a una scansione temporale, tendiamo a pensarla orizzontalmente. Essendo naturale sembra più bello. Appena è stato possibile uscire dalla schiavitù del tubo catodico (sparare un fascio di elettroni su una superficie rettangolare è molto più complicato di farlo su una quasi quadrata) si è passati velocemente dal 4:3 al 16:9 e ora è ben difficile trovare televisioni in 4:3 in casa delle persone e praticamente impossibile comprarne una, a meno di non buttarsi sull’usato. E l’esperienza più immersiva che si possa avere al cinema è quella degli schermi curvi e molto orizzontali. Il formato IMAX è quella cosa che fa sbavare tutti gli appassionati di cinema.
D’altra parte, però, visto che parliamo di cinema, siamo anche abituati a vivere in un piano sequenza e questo potrebbe far pensare che il montaggio, uno specifico cinematografico che poi si declina sui vari media, potrebbe non essere tollerato. Invece lo è eccome. Secondo un montatore monumentale, nonché grande teorico del cinema e del montaggio, Walter Murch, il motivo per cui il montaggio ci appare naturale è che l’enorme piano sequenza in cui siamo immersi da quando apriamo gli occhi la prima volta è, in realtà, costellato da micro-stacchi. I battiti degli occhi. E su questo, infatti, Murch teorizza quale sia il momento migliore per uno stacco a seconda di quando attrici e attori sbattono o meno le palpebre e altre amenità del genere che vanno assolutamente lette in uno dei libri più belli che siano mai stati scritti sul mondo del cinema (In un batter d’occhi. Il link rimanda al programma di affiliazione di Amazon UE).
Il fatto che una cosa sia naturale, allora, non è sufficiente a farci dire che il video orizzontale sia l’unico modo di fare le cose.
Estetica
Ho apprezzato lo sforzo di creazione nel montaggio del trailer, perché evidentemente è stato fatto uno sforzo affinché il formato quadrato non rovinasse tutto: le inquadrature «funzionano» anche così. Anche se, esteticamente, ho sempre la sensazione che manchi qualcosa ai bordi.
Tutti i formati del mondo
Forma è linguaggio. Nella storia dell’evoluzione del linguaggio dell’audiovisivo, gli smartphone sono entrati a gamba tesa. Fino a quel momento era stato tutto un tendere all’orizzontalità. Un’orizzontalità sempre più spinta anche per le persone che non vanno al cinema, come dicevamo. Dopo gli smartphone ci hanno pensato i social. A cominciare e per finire con Facebook, che ha copiato le funzionalità di Snapchat. Però anche in Facebook c’è molta confusione: le anteprime video, per esempio, e quelle che incorpori nei post sono orizzontali e si fatica a vedere uno standard.
Che dice il pubblico
Su Facebook, fra i commenti al video, nessuno – almeno, io non ho trovato nessun commento in tal senso –ha notato la cosa fra i commentatori del video originale. Come dire: ce ne accorgiamo noi. E gli standard, soprattutto, si impongono a fatica. Pensa a quante volte ti sarà capitato di entrare a casa di qualcuno e vedere una tv in 16:9 con le immagini stretchate (a me è successo tantissime volte e non ho mai potuto fare a meno di sistemare il formato del malcapitato ospite di turno, che di solito reagiva alla mia idiosincrasia con stupore per poi rendersi conto che fino a quel momento aveva guardato la tv con le proporzioni alterate).
Il tema non è nuovo
Spinto dalla conversazione che si è sviluppata sul gruppo, mi sono perso nelle ricerche. Uno dei temi è: l’uso naturale. Il telefono lo usi in verticale, da quando esiste. Allora, perché gli smartphone non consentono di riprendere un video in orizzontale mentre sono in verticale.
Il motivo è abbastanza semplice, secondo molti: si può fare, ma ridurrebbe di molto la porzione di schermo dedicata alla visione di quello che stai riprendendo (come nell’immagine a lato).
Invece, quando riprendi in verticale, hai la visuale a pieno schermo (in 9:16) e quando riprendi in orizzontale continui ad avere la visuale a pieno schermo (in 16:9).
Per rendersi conto di quanto la forma sia anche linguaggio e di quanto, tutto sommato, non ci dovrebbe importare troppo delle dimensioni, c’è questo bel lavoro artistico di Bill Viola in cui si usa anche il formato verticale degli smartphone, integrato in altre riprese orizzontali con varie modalità.
Su Gizmodo si suggeriva già nel 2012 di non fare mai video verticali. Knowyourmeme ha dedicato una sua pagina alla cosiddetta Sindrome da video verticali.
Nel 2015 persino il New York Times si è occupato della questione. È lì che ho scoperto Vervid.
Una app per video tall! Verticali.
Ora. È vero che Vervid non è diventata una killer application (per usare un’espressione orrenda). È anche vero che Periscope ha introdotto il formato landscape proprio nel 2015 e che persino su Snapchat puoi fare video orizzontali (con qualche avvertenza, per carità!).
Presi tutte queste considerazioni e messe assieme, dobbiamo per forza arrivare a una conclusione. La conclusione è: si produce ciò che ha senso sulle piattaforme dove ci sono le persone che vogliamo raggiungere, cercando di offrire loro l’esperienza cui sono abituati.
Se devo scommetterci su, sono convinto che a tendere il formato orizzontale continuerà a prevalere. Ma nel frattempo non ha senso avere preclusioni. L’importante è fare scelte coerenti. Tendenzialmente, non mi metto a fare un video verticale se poi lo incorporo su Youtube, che lo visualizza con le bande nere ai lati. Ma posso fare tutte le scelte di forma che voglio, purché non fini a se stesse ma di sostanza.
Una notazione finale: Vervid, che scrive sul suo sito, simpaticamente minacciosi in perfetto Silicon-Valey-Style «Occhio, Youtube!» e che promette di diventare una piattaforma nativa per video verticali, ha incorporato nella sua homepage un video in cui si spiega il suo funzionamento. Il video è orizzontale e incorporato da Youtube.