Fatti la sitemap

A occhio e croce, questo pezzo, che sembra piuttosto banale, potrebbe togliermi una buona fetta di consulenze SEO. Ma a me interessa che la conoscenza-base si diffonda e che si possa ragionare sui macrotemi, non dover intervenire a risolvere problemi tecnici che andavano risolti, anzi, evitati, in fase di progettazione.

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Il sito deve funzionare

Un sito, per essere navigabile, deve funzionare. Per funzionare deve avere una cosa che si chiama mappa del sito o sitemap. E poi deve rispondere alla legge dei 3 click.

Per le persone

Di mappe del sito te ne servono due. La prima è per i lettori. Si mette loro a disposizione una pagina semplice, che consenta di navigare nel sito in maniera semplice, attraverso tutte le sezioni. O almeno, attraverso tutte quelle sezioni che ci interessa siano facilmente consultabili da chi atterra sul nostro sito.

Il sito di Wolf non ne ha una, ma le due pagine di Glossario e di Archivio dei numeri per abbonati ci si avvicinano molto. D’altro canto, quel che interessa, su Wolf, è che l’abbonato possa aver accesso facilmente ai contenuti che sta pagando. E che chi atterra su Wolf per altri motivi possa farsi un’idea di quel che offriamo dai contenuti free. Chiaramente, l’esempio di Wolf è poco calzante, visto che fino a questo momento ci siamo concentrati molto sui contenuti e poco sul resto. Ma comunque le due pagine segnalate possono dare un’idea. Se ne vuoi vedere due decisamente strutturate (prese a caso), ecco quella di Repubblica.it.

Mappa del sito repubblica

Questa, invece, è la mappa del sito dell’Agenzia delle entrate.

Mappa del sito Agenzia delle entrate

Per Google

Google (e altri motori di ricerca) hanno bisogno della Sitemap fatta a regola d’arte. Ecco come spiega la cosa la guida di Google.

«è un file in cui puoi elencare le pagine web del tuo sito per comunicare a Google e ad altri motori di ricerca l’organizzazione dei tuoi contenuti. I web crawler dei motori di ricerca come Googlebot leggono questo file per eseguire una scansione più efficiente del tuo sito.»

Panico. E come la faccio? Google offre una lista di servizi che ti consentono di creare una Sitemap (utile, anche se non aggiornata) e ti spiega chiaramente come la devi fare e quali sono i formati supportati. Su WordPress c’è il plugin Google Sitemap Generator. Oppure puoi dare la tua sitemap in gestione a Yoast (ebbene sì). La fa così, per esempio.

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Se non sei in grado di metterci le mani autonomamente, nemmeno attraverso l’uso di uno qualsiasi degli strumenti di cui sopra, fallo fare a qualcuno. E, se lo paghi, raccomandagli (anzi, imponilo come requisito per il lavoro che stai commissionando) di seguire alla lettera le specifiche di Google. La sitemap serve per scopi SEO. È vero: Google ti dice sia che non è necessaria sia che non è garanzia che poi tutte le pagine vengano indicizzate correttamente (e che, soprattutto, si posizionino bene su Google, ovviamente). Però, dammi retta: per quel che costa, tu falla.

Se poi hai un progetto che punta anche a Google News, c’è da tenere in considerazione anche la Sitemap per Google News.

La regola dei 3 click

Se fino a questo momento è tutto chiaro, possiamo passare a un’altra cosetta piuttosto importante. Perché il tuo sito sia ottimizzato, sia per le persone sia per la SEO, tutte le sue pagine devono essere raggiungibili in 3 click. La Three-Click Rule è una regola non scritta del web design. Una regola talmente basica che, se hai un blog, probabilmente la applichi senza nemmeno saperlo (a me è successo, per dire).

Qual è il modo più rapido per avere un sito che risponda alla regola dei 3 click? Semplice: l’archivio per mese!

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Basta una pagina Archivi dalla home.

Primo Click

Al click, quel che si ottiene è una lista dei mesi e degli anni durante i quali il sito è stato attivo.

Archivi

Secondo click

Cliccando su un qualsiasi mese si ottiene una lista di tutti i post pubblicati in quel mese.

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Terzo click

Cliccando su uno dei titoli dei post, si atterra sulla pagina interna desiderata. Ecco qui i tre click. Semplice, vero? Semplice e molto, molto utile. Questi piccoli accorgimenti (magari ripetendo il giochetto degli archivi per varie sezioni. Per esempio, le categorie di WordPress ne sono già un esempio) possono essere utilissimi per migliorare performance di traffico organico da siti che invece non avevano molta considerazione da parte di Google per il proprio archivio.

Se si vogliono valorizzare i propri contenuti «vecchi», è bene che siano ancora oggi navigabili. Notiamo che ancora una volta ciò che è bene per la SEO è bene anche per chi ti legge.

Così arrivo sicuramente al primo posto su Google per le keyword che mi interessano?

No.

(3 giugno 2016)