A sinistra, Traveller di Easyjet. A destra Ulisse di Alitalia.
È il classico caso in cui un titolo e un’immagine – viva la comunicazione visuale – spiegano più di quanto si possa fare in un’analisi.
Quel che trovi dentro le due riviste è esattamente quel che ti promettono le copertine.
A sinistra hai un magazine di viaggi. A destra hai un magazine che prova ad esserli.
Il primo contenuto che incontri a sinistra è un pezzo del team di viaggiatori di Easyjet. Poi c’è un pezzetto del CEO (diluito fra immagini e dati). A destra trovi un paginone scritto da Luca Cordero di Montezemolo, un paginone scritto dal CEO, un paginone scritto dal direttore.
Il primo articolo a sinistra è un pezzo su un artista che fa installazioni vegetali su soffitti di alberghi. Il primo articolo a destra è un pezzo sugli aeroporti più interconnessi nel mondo.
Diciamolo con Steve Bryant: «You don’t get it, you are not the point» (il più bel pezzo che tu possa e debba leggere sul content marketing).
Questo qui sopra è il funnel della comunicazione di Traveller.
Quest’altro, invece, il triangolo respingente di quella di Ulisse.
Il risultato su Alberto-lettore è che mi sono letto il magazine di Easyjet, non quello di Alitalia.