È il momento di definire la trama della tua storia, storia che poi racconterai in una miriade di frammenti diversi ma autosimilari.
La storia è quello che tiene insieme il tutto, per questo è importante che sia chiaro che non è il racconto: è la trama.
È una frase, meglio se un imperativo, rivolto alle personas che vuoi coinvolgere, a partire da te.
Per fare bene Story Telling devi fare prima Story Design, cioè avere una storia da raccontare: una storia ricca, articolata, che duri, che cambi con te e con il contesto, che ti permetta tanti punti di vista diversi e di far immedesimare persone diverse.
Hai tutto quello che ti serve? Vediamo:
1) hai una serie di ingredienti che tutti insieme creano la tua offerta
2) hai identificato i microcambiamenti che rendono la tua offerta nuova, diversa, interessante
3) hai la tua bussola: tre caratteristiche da non tradire mai
4) sai in che direzione andare
5) sai chi vuoi coinvolgere
Per costruire il mondo narrativo in cui tutto questo avverrà devi farti un’ultima domanda, anzi, due:
- che cosa manca alle personas che voglio coinvolgere? Qual è il loro SENZA?
- che cosa possono scoprire di sé una volta che lo hanno ottenuto? Qual è il loro CON?
Senza e con sono i due ingredienti di base di una storia, e cioè:
- il conflitto (il problema che ci spinge ad agire)
- la trasformazione (quello che rende il lieto fine qualcosa in più della soluzione del conflitto).
Puoi individuare un Senza e un Con per ciascuna persona e poi cercarne uno che li sintetizzi tutti, oppure cercare direttamente quello che hanno in comune: è questo passaggio che ti permette di poter fare riferimento a una storia sola, quella che accomuna personaggi diversi, ciascuno con la sua sottotrama.
Facciamo un esempio pratico.
Le mie personas sono SENZA RETE e, dopo aver lavorato con me, si ritrovano CON PIÙ UMANITÀ.
Questo accade perché temono che i media digitali, di cui devono occuparsi per forza, non per scelta, siano freddi e disumani. Per questo apprezzano particolarmente il mio approccio fatto di psicologia, antropologia, letteratura, creatività e, appunto, storie.
Quando parlo della mia offerta sottolineo il SENZA, ma soprattutto il CON: se scegli di lavorare con me scoprirai quanto è umana la rete 🙂
In sintesi, però, la mia storia è ancora diversa, perché porto tutto su un livello più alto, per coinvolgere le persone a cui mi rivolgo.
È nata come dedica al #Luminol dopo le presentazioni, perché anche se la frase che sintetizza la storia non deve per forza essere un pay-off, è bene che sia una sintesi creativa ed efficace, capace di emozionarti ogni volta che ci pensi. Se non ti emozioni tu, come faranno gli altri?
Quindi il mio imperativo è “Illumina il futuro”: lo rivolgo prima di tutto a me stessa, ma anche a tutti quelli con cui so di essere in sintonia.
È una storia che parla di un’azione esplicita, di un impegno, perché il futuro sia luminoso, migliore di oggi, un posto piacevole dove vivere, ma anche perché sia più chiaro dove stiamo andando, mostrando la strada.
La storia è un impegno da rispettare sempre: se la tua azione è illuminare, non puoi essere scura, oscura, negativa, cinica.
Le tue foto dovranno essere luminose, i tuoi testi chiari, i tuoi video diurni, le tue metafore illuminanti, i tuoi lavori limpidi e trasparenti.
È la sintesi di tutto, anche se non per forza una sintesi esplicita: il mio pay-off, infatti, è diverso, è il come io illumino il futuro.
Meno tech, più design. Tutto deve tornare, altrimenti la storia non coinvolge, i tuoi contenuti non convincono e tu non sei più credibile.
Per questo vale la pena di pensarci bene, lavorarci tanto e non accontentarsi mai: la tua storia, quando arriva, fa clac, come il pezzo mancante.