Usa le mappe

La visualizzazione grafica di un progetto, di una storia, di un gruppo di clienti utilizzando le mappe è un ottimo esempio di comunicazione visiva che si integra in maniera interattiva con i contenuti del progetto stesso.

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L’idea mi è venuta seguendo un corso di un’abbonata di Wolf, Clara Attene, che sta lavorando, in questo periodo della sua vita (2019) per Google nel gruppo di lavoro che si occupa della formazione (Google News Initiative).

Diciamo che, a monte, bisognerebbe chiedersi se si hanno le energie per fare un progetto con mezzi propri. Questo sempre per il caro vecchio mantra dello stadio di proprietà.

Però, My Maps di Google mette a disposizione un tool talmente interessante, con potenzialità e, soprattutto, gratuito, da suggerire quantomeno un’esplorazione attenta.

È esattamente quel che ho fatto per Slow News e che ti mostro in questi passaggi, sia per spiegarti l’idea e l’obiettivo, sia per mostrarti come si possono organizzare i contenuti su una mappa.

L’idea: organizzare geograficamente i contenuti che lo consentono, raggruppandoli per nessi logici e dare conto anche del senso di comunità.
Slow News, con il suo magazine Flow, ha bisogno anche di creare contesto e di rendere conto, per esempio, di testimonianze di lettrici, lettori, persone che partecipano alla conversazione, senza necessariamente intaccare o modificare il contenuto giornalistico.

L’obiettivo:

  • creare una mappa navigabile dalle persone che sono abbonate a Flow, ma anche avere un nuovo elemento del famigerato funnel di conversione per interessare un pubblico potenzialmente attratto dal nostro progetto
  • valorizzare l’archivio di Flow in una maniera differente, più visuale

Da dove partire? Sono partito dalla serie che stiamo dedicando ad Airbnb, poi ho aggiunto quella sul terremoto, quella sui PFAS e infine quella sull’ebola. L’ultima che vedrai nella mappa (Un piccolo passo per un uomo) è, mentre scrivo, ancora da sistemare.

Il tool: è Google My Maps. Per usarlo devi avere un account Google, ovviamente.

Quando ci entri dentro, la dashboard è vuota (in questa immagine vedi già la mia mappa).


Ovviamente si comincia con il creare una nuova mappa, cliccando sull’apposito tasto.
Ed ecco che puoi cominciare, in maniera decisamente intuitiva.

Ti mostro alcune funzioni con le scelte che ho fatto per Slow News.

Per prima cosa, ho dato un nome chiaro alla mappa, mettendo subito il brand.

Sotto al nome, ho creato la descrizione in modo che contenga la call to action e un link alla pagina di conversione, quella per abbonarsi.


Se clicchi su Aggiungi livello ti si apre un livello senza nome.

Ho chiamato il mio primo livello Inchiesta su AirBnb. In altre parole, la mia scelta è quella di usare un livello diverso per ogni gruppo di storie. Quando vedrai come funziona per chi ne fruisce la visualizzazione dei livelli ti sarà più chiaro.

Aperto e dato un nome al livello, cerchi nella barra una località.

La prima che abbiamo nella nostra storia è Edimburgo. Appare un segnaposto verde. Ci clicchi, lo aggiungi alla mappa e te lo ritrovi nel tuo livello.

Il segnaposto è personalizzabile e si può arricchire.
Puoi cambiare il colore all’icona.

Puoi decidere che icona usare. Puoi aggiungere una tua fotografia e una descrizione e anche ottenere le indicazioni stradali fino a quel punto.

Questo è quel che ho pensato di fare per mandare le persone a leggersi la storia che riguarda Edimburgo.

Ho messo una nostra foto (che si trova anche nell’articolo). Ho rinominato la location da Edimburgo a “L’assedio di Edimburgo” (che è il titolo del pezzo). Ho preso una frase dal pezzo, l’ho messa nella descrizione e ci ho aggiunto il link al contenuto.

Dopodiché, ho geolocalizzato tutta la serie, replicando lo standard che ho scelto. Così.

Per comodità ho numerato le puntate e messo in ordine le località per puntata. Tanto se qualcuno dovesse voler navigare “geograficamente” può farlo sulla mappa. Infine, usando un’icona diversa, una casetta, ho messo i link a due testimonianze a tema che ci hanno lasciato i primi due commentatori.

Ecco il risultato (interattivo).

Infine, ho replicato le scelte fatte per altre serie di storie.

Adesso sto ragionando con un cliente sulla possibilità di indicare tutte le città dove ci sono suoi clienti (e per quelli che lo desiderano, addirittura l’indirizzo preciso se vogliono far pubblicità alla loro attività).

Insomma: trovato il tool, applicato il metodo e via con le possibilità.