Youtube cerca di trovare soluzioni che possano aggregare ancor di più i fan dei canali Youtube più seguiti. E lo fa anche con piani a pagamento. Alla fine del 2018 uno dei miei progetti è stato ammesso all’apertura della membership sul canale Youtube.
In linea del tutto teorica i requisiti sono molto semplici (originariamente l’ammissione a questo tipo di realtà da parte di Youtube era riservata ai soli canali di gaming).
Funziona così. Tu attivi gli abbonamenti.
Youtube si prende il 30% delle entrate e tu riceverai il 70% tramite AdSense (Google Ads).
La tariffa, per il momento, è fissa: 4,99 € al mese. Il prezzo è psicologico. Il pagamento è ricorsivo.
Siccome sulle piattaforme, fra le altre cose, hanno capito che è bene essere utili ai creatori di contenuti, c’è già il mini-corso di Youtube per imparare a gestire una membership.
Una delle cose più interessanti nella parte semantica è che a Youtube hanno deciso, nella versione italiana, di risolvere alla radice l’annosa questione del “come chiamo gli abbonati, i membri di una membership“. Ebbene, hanno deciso di chiamarli Abbonati.
Ora. È vero che l’abbonato è quella cosa che di solito – a parte l’ormai vetusto spot della RAI che fingeva di darti un posto in prima fila – viene contattata dai giornali una volta l’anno, al momento di rinnovare. Però è effettivamente quello che sono: abbonati. Personalmente credo che si possa con disinvoltura passare dall’anglicismo membership all’italianissimo abbonati, evitando membro, che resta, ahinoi, una parola orrenda, passando per un altro anglicismo, community, che si può usare anche in italiano, comunità.
Esaurita la questione di nomenclatura (che non è di poco conto, credi pure), non possiamo non notare che, come al solito, queste piattaforme hanno le idee molto chiare sul concetto di people first che spesso ci sfugge. E te lo dicono: «I tuoi abbonati vengono prima di tutto».
La verità è che non ci sarebbe bisogno di farselo dire da loro. Dovremmo saperlo da noi. Eppure non sempre è così.
Ci sono sei step da fare per abilitare il canale alla membership. Sono utili da vedere non solo per Youtube ma, più in generale, per lavorare adeguatamente su progetti simili.
Primo: inserisci vantaggi
«Cosa offrirai agli abbonati al canale in cambio del loro pagamento per continuare a catturare il loro interesse mese dopo mese?».
Rispondere a questa domanda è cruciale. Non solo per Youtube. È cruciale in generale. Vuoi che qualcuno ti paghi? Perché dovrebbe farlo? Quali sono i vantaggi che gli offri? Quale il valore aggiunto?
Poco dopo, la guida di Youtube recita così:
«Non fare promesse che non puoi mantenere, per non deludere i fan più affezionati».
Personalmente mi limiteri alla prima parte: «non fare promesse che non puoi mantenere». In questi giorni, con un cliente, sto ragionando spesso sul concetto di aspettativa. È vero: non possiamo intervenire direttamente sull’aspettativa che si genererà nelle persone che vengono raggiunte dai nostri contenuti. Ma possiamo agire sul modo in cui costruiamo, dalla parte di chi eroga i contenuti, quell’aspettativa. Non mentire, non fare il passo più lungo della gamba è sempre una buona regola.
C’è anche lo schemino del vantaggio. Che deve avere un titolo, una descrizione e delle istruzioni Ovviamente, tutto coerente con l’universo Youtube (cioè, per capirci, non è che puoi decidere che il vantaggio è un libro cartaceo a domicilio. Deve essere coerente con la piattaforma e riguardare i video).
Secondo: i badge fedeltà
Questa è una cosa che probabilmente hai visto apparire anche nei gruppi di Facebook. L’idea è quella di distinguere chiaramente i membri della community, secondo i vari ruoli, con dei badge. L’idea è molto coerente con la progettazione delle community che abbiamo visto attraverso Community Canvas.
In questo caso si punta tutto sulla durata della membership.
Emojy personalizzate
Così come per i badge, allo stesso modo Youtube ti consente di inserire gruppi di emojy personalizzati. Ora, è chiaro che non è un cosa necessaria per qualsiasi community. Ma è sicuramente un elemento identitario, riconoscibile, che alimenta il senso di appartenenza.
L’annuncio
Ripetiamo spesso che comunicare il contenuto è importante quanto il contenuto stesso. E YouTube è dello stesso avviso, basandosi peraltro su dati ben precisi che derivano dalla fase di test:
«Tra i creator che hanno partecipato alla versione beta degli abbonamenti, quelli che hanno caricato un video di annuncio hanno registrato in media un numero 3,5 volte maggiore di iscritti diventati abbonati al canale rispetto agli altri».
Quindi, su YouTube preparerai un video annuncio che dovrebbe rispondere a queste domande:
- Perché stai introducendo gli abbonamenti?
Parla della differenza che farà per te o dell’opportunità di creare una community speciale dei tuoi più grandi fan - Cosa riceveranno i tuoi abbonati?
Spiega i tuoi badge fedeltà, le tue emoji e i tuoi vantaggi - Come funziona?
Spiega la scheda Community e come distribuirai i vantaggi - In che modo gli spettatori possono abbonarsi?
- Che cosa succede se non si abbonano?
Rassicura gli spettatori che continuerai a caricare i contenuti che si aspettano da te
Una serie di suggerimenti molto interessanti, che sono ancora una volta una piccola lezione generalizzabile. Se vuoi farti pagare spiega, fra le altre cose:
- chi sei
- cosa farai
- come lo farai
- perché lo farai
- perché tutto questo rende la tua proposta unica e appetibile
Non basta. Ci vuole anche un piano di comunicazione.
«Fai un piano promozionale per stabilire come incoraggiare il pubblico ad abbonarsi al tuo canale. Come lo annuncerai? Come continuerai a ricordare ai tuoi spettatori di abbonarsi?».
Crea post solo per gli abbonati
«Assicurati di creare dei post in modo che i nuovi abbonati si sentano speciali. Pubblicare regolarmente contenuti per gli abbonati è un ottimo modo per mantenerli coinvolti nel tempo».
Ancora una volta, la coccola di chi ti segue, ti sostiene, ti paga.
Che tu abbia un canale YouTube o meno, questa breve panoramica della nuova funzionalità Membership di YouTube è un ottimo spunto casomai volessi iniziare a farti pagare per i tuoi contenuti.
(AP)